L’infezione da HPV (Papilloma Virus Umano) è un ‘infezione ad elevatissima incidenza, infatti circa l’80% delle donne entra in contatto con il virus nell’arco della vita e tale dato sembra essere equivalente per la controparte maschile.

Fino ad oggi gran parte degli studi, dello sforzo diagnostico e delle campagne di sensibilizzazione si sono concentrate sul sesso femminile essendo il tumore della cervice uterina la patologia a maggior incidenza indotta dall’infezione. Nel tempo è però risultato evidente che, altrettanto importante è lo studio e la diagnostica anche del partner maschile, come in ogni infezione che sia di coppia. Infatti, nel maschio, l’infezione è alla base della patologia condilomatosica, delle lesioni pretumorali del pene (definite PIN), dell’ano (AIN) e di una parte di quelle orofaringee, esattamente come nell’equivalente femminile. Inoltre, scoperta che sta acquisendo sempre maggior rilevanza, mentre nella donna l’infezione non sembrerebbe avere effetti sulla fertilità, nel maschio sempre più studi dimostrano che la presenza virale a livello del seme influenzi la motilità e l’efficienza riproduttiva degli spermatozoi.

Alla luce di tutto questo risulta evidente che in un’infezione di coppia è importante indagare la coppia, maschio e femmina, e non solo la metà di essa.

Nel maschio l’esame di scelta risulta essere la PENISCOPIA, ossia l’indagine ad alto ingrandimento del glande, dell’asta del pene e dell’area perineale. Quest’esame, rapido e assolutamente indolore, si avvale di un dispositivo ottico ad elevato ingrandimento, simile ad un microscopio, e dell’ausilio di un colorante, l’acido acetico, che serve a mettere in risalto le cellule alterate dal virus. L’operatore procederà dunque ad un’accurata ispezione dei genitali esterni, dopo averli detersi con soluzione fisiologica, per rilevare eventuali alterazioni macroscopiche; provvederà poi all’applicazione locale della soluzione a base di acido acetico mediante piccoli batuffoli, soluzione questa che per la sua natura può indurre una sensazione transitoria e blanda di calore nelle zone di applicazione, per ricercare la presenza di alterazioni microscopiche, le displasie. Qualora queste siano rilevate si procederà al loro accertamento istologico mediante biopsia che guiderà nella scelta del trattamento più opportuno.

L’esame si completa inoltre con la ricerca laboratoristica della presenza del virus, che si effettua mediante un prelievo da contatto, assolutamente indolore, a livello del glande e del solco banaloprepuziale e con l’esecuzione di un tampone uretrale, procedura quest’ultima invece lievemente fastidiosa.

Il risultato di questi esami permetterà di effettuare il counselling più adeguato per il paziente e per la coppia, di diagnosticare e trattare le displasie maschili e di mettere in atto tutte quelle modifiche comportamentali atte a favorire l’eliminazione del virus. Il counselling vaccinale risulterà un punto cardine in questo panorama d’azione.

Infine, l’individuazione dei maschi portatori dell’infezione permette di selezionare gli individui potenzialmente più fragili da un punto di vista riproduttivo e di accompagnarli nella maniera più attenta nella loro ricerca di paternità.

Dr. RecalcatiDario – Ginecologo