Un infortunio può comportare diverse conseguenze e può presentare gravità variabili. Normalmente dopo un infortunio che comporti fratture, distorsioni o lesioni legamentose si ha un accesso in pronto soccorso, dal quale il paziente dovrebbe uscire con delle indicazioni precise: tempi di non carico o di immobilità, tempi per radiografie e visite di controllo, rimozione punti o gipsotomia. A volte può capitare che queste indicazioni rimangano un po’ vaghe ed il paziente, una volta uscito dall’ospedale inizia a vagare in cerca di appuntamenti per rx, controlli e altro, con la necessità di avere un riferimento unico per tutti gli aspetti. Dopo circa 15- 30 giorni dal trauma, a seconda della gravità, arriva il momento della visita fisiatrica… ma a cosa serve?
Perché rivolgersi a un fisiatra dopo un trauma
Il fisiatra ha un approccio trasversale al paziente, ovvero non si limita ad osservare il singolo arto fratturato, l’edema postraumatico o il legamento distratto e dolente, ma effettua un progetto riabilitativo che prende in carico la persona nella sua interezza, divenendo il riferimento medico per il paziente. C’è dolore? e come è controllato ? <
La terapia è adeguata a quel paziente e all’intensità del dolore? Il trauma ha spaventato particolarmente il paziente? Come si è organizzato a casa e con il lavoro? Ha gli ausili necessari per affrontare la gestione quotidiana e poter intraprendere il percorso di recupero delle autonomie? Come è strutturata la casa? Come si sposta per raggiungere la palestra? Che esigenze può avere il caregiver? A volte può sfuggire, in un politrauma, qualche piccola lesione minore sulla quale all’inizio non viene posta attenzione per la maggior importanza delle altre. Occorre ascoltare precisamente il paziente non sottovalutando le difficoltà che riferisce ed eventualmente richiedere ulteriori accertamenti prima di affrontare la riabilitazione.
Fisiatra e fisioterapista: una collaborazione fondamentale
Il fisiatra collabora con il fisioterapista: conosce le diverse tecniche riabilitative e parla lo stesso linguaggio del terapista, ma è un medico, che deve quindi vigilare sugli aspetti internistici, farmacologici, sulle possibili complicanze ed in generale sul quadro globale del paziente, non soffermandosi solo su quelli tecnici. Insieme possono favorire il paziente nel recupero più rapido possibile e soprattutto completo, evitando da subito l’insorgenza di compensi motori che spesso sono attuati come strategia dal paziente stesso per riuscire a muoversi e a compiere i movimenti desiderati nel modo meno doloroso e più efficace possibile.
Il fisiatra effettua delle visite regolari durante il percorso riabilitativo per stilare ed eventualmente modificare nel tempo il progetto, richiedere indagini radiologiche o laboratoristiche, prescrivere farmaci o terapie fisiche o alternative, valutando il modificarsi della situazione, il miglioramento del quadro funzionale e la rapidità del cambiamento ed infine per definire le dimissioni dal trattamento. A differenza del fisioterapista non vede ogni giorno il paziente e questo gli permette di notare più facilmente la variazione del quadro e quindi poi di potersi confrontare con il terapista proponendo strategie diverse ed ascoltando le valutazioni tecniche dello specialista.
La fase dimissioni e il ritorno all’autonomia: come affrontarli
Il momento delle dimissioni, dopo un infortunio soprattutto, è delicato e spesso difficile per il paziente perché finché è seguito dall’equipe riabilitativa si sente protetto e sicuro. Arriva il momento di riprendere la propria routine da soli, pur con una buona base e con delle indicazioni precise da seguire nel tempo e questo può risultare difficoltoso. E’ compito del fisiatra guidare il paziente in questo passaggio, rimanendo disponibile per il confronto e per controlli clinici ma deciso nella valutazione fatta circa la possibilità di proseguire in autonomia e di non necessitare trattamenti “infiniti”.
Relazioni fisiatriche e aspetti assicurativi
Spesso le relazioni fisiatriche sono richieste dalle assicurazioni proprio per la loro completezza e trasversalità nei diversi aspetti trattati e per la precisa valutazione dei tempi previsti per il raggiungimento degli obiettivi posti di volta in volta nelle valutazioni intermedie.
