La pericardite è una condizione che si manifesta a seguito dell’infiammazione del pericardio, ossia una struttura avente la forma di una sacca e che serve a proteggere il cuore.

Inoltre, si compone di due membrane separate tra loro da un lieve strato di liquido. L’infiammazione può presentarsi in diversi modi, anche se diagnosticarla e trattarla è comunque possibile affidandosi ad esperti del settore come il nostro centro polidiagnostico di Arcore.

Che cos’è l’infiammazione del pericardio?

La pericardite è un’infiammazione del pericardio ovvero una membrana sottile, fibrosa, simile a una sacca che è attaccata al cuore. È costituito da due strati, tra i quali è presente una piccola quantità di fluido lubrificante.

Le sue principali funzioni sono quelle di fissare il cuore e controllare che non si muova troppo con i cambiamenti di postura, così come per ridurre l’attrito tra esso e quelli che lo circondano nonché proteggerlo da infezioni o altri problemi che possono verificarsi negli organi vicini e nei tessuti.

Il pericardio ha anche una funzione meccanica; infatti, limita la distensione o la dilatazione cardiaca in determinate circostanze. Pur non essendo essenziale per la vita, la sua eventuale rimozione ha un effetto minimo sul funzionamento del cuore.

Quando i due strati che compongono il pericardio sono irritati e infiammati, possono strofinarsi l’uno contro l’altro e causare dolore ossia uno dei sintomi comuni della pericardite.

Normalmente, questa malattia migliora senza la necessità di un trattamento specifico, anche se affidarsi ad esperti del settore serve a tenerla sotto controllo e a limitarne gli effetti indesiderati.

Esistono diverse tipologie di pericarditi?

A seconda della sua durata, la pericardite si può presentare con le seguenti varianti:

  • Pericardite acuta: inizia improvvisamente dopo l’evento scatenante e dura da tre a quattro settimane (di solito meno di sei settimane);
  • Pericardite sub-acuta o incessante: senza che l’episodio acuto si risolva, i sintomi persistono per altre quattro-sei settimane ma non durano più di sei mesi;
  • Pericardite cronica: i sintomi compaiono gradualmente e durano più di sei mesi;
  • Pericardite ricorrente: si intende quella che si manifesta nuovamente dopo un periodo asintomatico compreso tra 4 e 6 settimane, dopo un primo episodio di pericardite acuta.

Cause, sintomi e trattamenti della pericardite

Nella maggior parte dei casi, la pericardite si manifesta in modo acuto (inizia entro pochi giorni oppure ore) ed è tipicamente idiopatica, cioè la sua causa è sconosciuta. Tra i fattori noti che potrebbero spiegarne l’aspetto, i più frequenti sono:

  • Infezione virale: la pericardite può essere preceduta da raffreddore, faringite o da qualsiasi altro tipo di infezione tipo l’HIV. Inoltre, è anche possibile che compaia dopo infezioni batteriche, micotiche o parassitarie, sebbene siano meno frequenti di quelle di origine virale;
  • Altre malattie: la pericardite può essere causata anche a seguito di insufficienza renale, ipotiroidismo, malattie autoimmuni o infiammatorie;
  • Trauma toracico: lesioni al cuore o al torace che possono verificarsi in caso di incidente stradale o altro (ad esempio l’inserimento di un pacemaker), possono essere altre cause scatenanti di infiammazione al pericardio;
  • Lo stesso discorso vale per la radioterapia che in genere ne comporta la comparsa solitamente dopo un anno.

A seconda del tipo di pericardite, della sua gravità e della velocità di insorgenza, possono di conseguenza verificarsi alcuni segni e sintomi, tra cui un dolore acuto e intenso al centro o al lato sinistro del torace e che può irradiarsi alla spalla e al collo sinistro, oltre ad essere accentuato dalla tosse, dall’inspirazione profonda, dalla deglutizione o sdraiato sulla schiena o sul fianco.

Tuttavia, può diminuire quando si è seduti o ci si sporge in avanti. Questo dolore è il sintomo più comune nella pericardite acuta, sebbene possa anche esserci una sensazione di pressione che tende ad irradiarsi sul braccio sinistro.

La diagnosi un esperto la rileva con l’auscultazione del cuore, e sebbene non sempre si manifesti quando è presente, da sola può indicare la pericardite. Altri sintomi che possono comportare l’infiammazione sono tachicardia, stati febbrili, sensazione di debolezza, tosse secca, dolore durante la deglutizione e gonfiore nell’addome o nelle gambe.

In generale, la prognosi è buona, e la diagnosi precoce ne aiuta a ridurne il rischio di complicanze. Il trattamento dipenderà tuttavia dalla causa sottostante e da alcuni dei suddetti sintomi.

La maggior parte dei sintomi generalmente è lieve e di solito migliora con il tempo senza un trattamento specifico. In presenza di sintomi più gravi invece la cura va effettuata, e si basa sulla somministrazione di farmaci (colchicina) per un periodo che va da due a tre settimane.

Se ciò non funziona, di solito vengono utilizzati i corticosteroidi il cui uso, tuttavia è associato a un rischio maggiore di recidiva.

Raramente, quando si verificano complicazioni è necessario un intervento chirurgico o un drenaggio pericardico.

Affidarsi quindi ad un centro medico composto da un team di esperti nella rilevazione dell’infiammazione pericardica, significa intervenire in modo adeguato e scongiurare future complicazioni cardiache.

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